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Storia

LA CAMICIA BIANCA DA DONNA

 

ERA IL 1783


Salone di Parigi

Venne presentato un ritratto, opera di Élisabeth Vigée–Lebrunvien.
È la regina Maria Antonietta, ed indosso ha un vestito di mussola.
La mussola così indossata era ben lontana dai canoni imposti dal buon gusto.

FU SUBITO SCANDALO

Le camicie allora erano viste come abbigliamento da lavoro o come capo intimo, non di certo come capo femminile da sfoggiare con così disinvoltura.
Ed ecco la prima apparizione di una camicia bianca da donna.
Da qui in avanti, passando dall'Ottocento con i merletti e dal Novecento in cui Coco Chanel la propone con disinvoltura, la camicia bianca diventa un vero must di eleganza.

Da quel momento in poi la moda cambia, tanto che Dior la propone nelle sue sfilate nel dopoguerra. Le attrici degli anni Quaranta se ne innamorano come anche Audrey Hepburn, tanto che la indossa con le maniche arrotolate durante le riprese del film “Vacanze romane” del 1953.


La camicia da donna è ora sinonimo di femminilità e libertà. Sbottonata mette in risalto la scollatura, mentre abbottonata mette in evidenza la vita sottile. Abbinata a pantaloni confortevoli, a gonne a vita alta o shorts di jeans o addirittura a giacche di pelle, la camicia è diventata un abbigliamento versatile, indispensabile nell'armadio di qualsiasi donna.

Oggi la camicia bianca, all'interno di un mondo fatto di colori ed eccessi, rappresenta la vera trasgressività, il rifiuto del conformismo a un modo troppo sfarzoso. Rappresenta il punto di partenza e la scelta del punto in cui si vuole arrivare.